L’epilessia è una malattia neurologica che si esprime in forme molto diverse tra di loro. È più corretto, quindi, parlare di epilessie al plurale, piuttosto che al singolare. L’epilessia è tra le malattie neurologiche, una delle più diffuse, tanto che è riconosciuta come malattia sociale.
L’epilessia conta, solo in Italia, circa 500.000 persone affette e 30.000 nuovi casi per anno, con incidenza più elevata dei bambini e negli anziani. In Europa circa 6 milioni di persone hanno un’epilessia in fase attiva (cioè con crisi persistenti e/o tuttora in trattamento). In generale, si afferma che l’epilessia interessa globalmente, tra casi attivi e non, circa l’1% della popolazione. La prevalenza dell’epilessia nella maggior parte dei paesi sviluppati oscilla tra lo 0,5 e l’1% della popolazione, con picchi di maggior incidenza nei bambini e nella terza età. Nei tre quarti dei casi l’esordio è prima dei 20 anni, in un quarto le crisi possono essere frequenti e resistenti alla terapia.
L’epilessia non è una malattia mentale, sebbene a causa di pregiudizi ed ignoranza molto radicati spesso viene considerata tale. Ciò si può tradurre in atteggiamenti discriminatori verso le persone con epilessia che frequentemente non denunciano la loro patologia e possono sviluppare un disagio psichico.
Occorre inoltre distinguere tra epilessia e crisi epilettica. Con il termine crisi epilettica si intende una varietà di sintomi neurologici dovuti a una scarica elettrica anomala, sincronizzata e prolungata di cellule nervose della corteccia cerebrale. Con il termine epilessia, invece, si intende un disturbo neurologico caratterizzato da un’imprevedibile periodicità del verificarsi di crisi epilettiche.
Normalmente le crisi epilettiche si risolvono spontaneamente entro pochi minuti; se si ripetono in modo ravvicinato, si tratta di uno stato di male epilettico che rappresenta (soprattutto quando le crisi sono di tipo convulsivo) un’emergenza medica che richiede terapia immediata, e talora evolve in situazioni gravi che richiedono ricovero in ambiente rianimatorio.
Attualmente si ritiene che le cause genetiche siano alla base della maggior parte di quelle epilessie che fino a qualche anno fa venivano definite senza causa apparente.
L’epilessia può anche essere causata da un danno cerebrale che intercorre prima o subito dopo la nascita (ad esempio, per un difetto di ossigenazione del cervello nei primi attimi di vita, o per un parto difficile), da malformazioni del cervello, da malattie infettive o degenerative del sistema nervoso, da traumi cranici gravi, da tumori cerebrali, da ictus, da malformazioni dei vasi cerebrali.
In un soggetto predisposto, fattori esterni come stress psico-fisici eccessivi, modificazioni del ciclo sonno-veglia, l’eccessiva assunzione di alcool o di droghe, l’esposizione prolungata a stimoli luminosi intermittenti (anche davanti alla TV o ai videogames) possono facilitare la comparsa, di una crisi epilettica.